Oro Incenso e Mirra
fondo della sua anima si levavano spesso impeti tempestosi di passione che lo facevano urlare come un perduto nel primo sbigottimento della solitudine
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, rimosse il candeliere, lo smoccolò sebbene non ne avesse bisogno e si risedette sulla poltrona. La pezzola turchina gli spenzolava dietro ad una colonnina
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§- Mostratemi dunque un piedino. Ella lo allungò subito fuori dalla corta sottana nera. - Grazie, principessa. - Mi avete riconosciuta? - domandò con
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? Forse noi non lo possiamo più. - Perchè? - Non me lo domandate, giacchè lo sapete fin troppo. Io, una signora, che ha letto poco e capito meno, non
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tra il fruscìo delle sottane, alle quali i bimbi condotti ad ammirare lo spettacolo si aggrappavano timidamente. Ma la chiesa alta e vasta rimaneva
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nelle crisi più acute di collera contro il vescovo e gli altri colleghi di chiesa, che lo lasciavano morire così, pareva che perfino la sua fede
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pilastri colla catena: pareva quasi nuovo nella facciata, quasi vecchio nel cortile e nell'andito su per tutto lo scalone. La statua che ne coronava il primo
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dalla sbornia, si alzò per rimbeccare. Lo stornello toscano era sembrato a tutti molto piccante. - Eh! non vincerai - lo apostrofò Tugnazza, un gran
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tutte le vecchie classi sociali senza poterle rifondere in un tipo nuovo. Se lo si accoglieva nei palazzi più aristocratici, vi rimaneva pur sempre lo
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passeggiata da Porta Santa Cecilia a Porta Maggiore, mentre i fanciulli lo guardavano con occhi curiosi e molte persone si scappellavano senza che egli le
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macchinalmente gli occhi ed incontrando lo sguardo morente di quella stella trasalì. Laggiù c'era dunque un altro che naufragava nelle tenebre. E
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certose, si sente nell'aria un raccoglimento solenne, un silenzio di meditazione, che vi fa abbassare la voce e sospendere lo scricchiolìo delle scarpe
Oro Incenso e Mirra
§Un signore, che villeggiava presso il suo paesello nell'estate, lo aveva un giorno scherzosamente chiamato "vescovo", e quel nomignolo gli era
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, essendo vivo, deve esprimere nella lealtà il pensiero, che lo ha creato, molto più che il poeta, costretto a scrivere solamente le parole, presuppone
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l'unico della sua vita, nel seminario della prossima città, poi sentendosi troppo vecchio lo riprese a casa e se lo tenne costantemente dappresso sino
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nell'atrio del proprio tempio, di cui oggi non ci rimangono che poche ruine? Lo si ignora, ma se dagli scarsi rottami si potè conchiudere
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principessa, appena tornata da Roma, lo avevano daccapo imbrogliato. Perché civettava ella così pubblicamente con lui? A teatro lo cercava insistentemente
Accademia della crusca
